La reazione e resistenza al freddo varia da persona a persona.
Ogniuno di noi si veste in modo differente per proteggersi dalle avverse condizioni esterne. Abbiamo in dotazione una tuta estiva ed una tuta invernale (molto più imbottita), dei pantaloni in pile, un paio di maglie di pile di spessore differente, una calzamaglia e molte calze.
Personalmente non ho variato molto il vestiario tra campagna estiva ed invernale. In estate utilizzavo la giacca e i pantaloni estivi estivi al di sotto dei quali indossavo i pantaloni in paile, la calzamaglia, una polo e una maglia in paile spessa. Come guanti utilizzavo tre strati : un quanto sottile in seta ; un guanto in paille e un guanto esterno.
Vista la forte luminosità del sole non si poteva uscire senza maschera da sci (e occhiali da vista)
Con l’abbassarsi delle temperature ho iniziato ad utilizzare una bandana in materiale tecnico sottilissimo che avevo comprato con Barbara al outlet di serravalle scrivia con uno sconto del 20%. Nei negozi genovesi costava il doppio.
Con l’arrivo dell’inverno e l’ulteriore abbassamento delle temperature mi sono limitato ad aggiungere il passamontagna in dotazione alternandolo con uno acquistato a strasburgo. Il primo protegge completamente il naso ma da problemi di appannamento della maschera mentre il secondo ha un buco per le narici ma espone la punta del naso al freddo esterno.
Il medico mi ha confermato che ho una buona restistenza al freddo ma ovviamente di non esagerare perchè bastano pochi minuti per rischiare un congelamento. Il fatto di riuscire ad uscire utilizzando la combinazione estiva mi permette di muovermi con maggiore facilita rispetto ai colleghi che usano la combinazione invernale. Infatti essendo molto più imbottita tende ad impacciare pesantemente i movimenti rendendo le persone goffe nei movimenti.
Vi sembrerà strano ma la parte del leone la fà il vento e non la temperature esterna. Senza vento a -60°C si lavora senza grossi problemi grazie all’abbigliamento tecnico. Ma quando si alza il vento entra in gioco l’effetto del windchill e diventa difficile lavorare. Il vento sferza i nostri abiti e continua a portar via calore raffreddandoli e la stessa cosa avviene per le parti di pelle che malauguratamente non fossero state protette.
In pochi minuti la parte superficiale passa da rossa a bianca e il fastidio cessa in quanto si è praticamente congelata. Se non si corre ai ripari la parte muore velocemente. Basta rientrare al caldo o proteggere la parte esposta per interrompere il problema che però lascia nei giorni successivi una traccia come bruciatura da freddo. Spesso a tavola vediamo colleghi con piccole ustioni intorno agli zigomi dove poggia la maschera o sul naso. Raramente sulle dita. Vi assicuro che se vi siete raffreddati troppo le mani quando riuscite a far riprendere la circolazione riprende i dolori solo molto forti e lancinanti. Se non riuscite a far riprendere la circolazione avete un problema molto grosso.